Simone Velasco, classe 1995, il 17 Febbraio è per lui una data che ricorderà sicuramente per tanti anni, il suo primo successo da professionista dopo aver rincorso il podio per diverse stagioni. E’ lo scorso anno che Simone approda nella squadra delle Selle Italia composta da diversi atleti giovani, e capitanata dal direttore sportivo Francesco Frassi.
Ma vediamo più da vicino il trionfo di Velasco nel trofeo Laigueglia: una vittoria in solitaria si può definire la sua, un assolo che è iniziato che mancavano 42 Km al traguardo finale quando Velasco ha iniziato a staccarsi dal gruppetto senza che nessuno dei partecipanti riuscisse a tenergli testa.
Ciao Simone, intanto complimenti per la grande vittoria di Domenica, se non sbaglio è la prima vittoria da professionista giusto?
Intanto grazie mille! Si domenica è stata la mia prima vittoria tra i grandi. Finalmente posso dire di essere tornato il Velasco che conoscevano tutti, ma che oramai solo io ricordavo di essere. Devo dire che il sapore della vittoria è “fottutamente” buono, poi così come ce la siamo andata a prendere ha coperto tutto l’amaro che da troppo tempo stavo assaporando, lasciandomi quel dolce che nemmeno il migliore dei dessert può lasciare.
Raccontaci come è nata la passione per questo sport e che sacrifici hai dovuto fare per diventare professionista?
Il ciclismo è sempre stato una passione di famiglia, sia da parte di papà che di mamma. Il mio bisnonno paterno correva nei difficili anni della 2ª guerra mondiale, vincendo tra l’altro due giri dell’elba nel 38 e nel 46. Il pallino della competizione poi non ce lo siamo mai tolti, mio babbo ha corso ad alti livelli in mtb e da lì ho iniziato a muovere le mie prime pedalate. Devo tanto, tantissimo, a mio nonno Armando, papà di mia mamma, che purtroppo non c’è più, ha fatto sacrifici che solo un amore infinito per il proprio nipote ti porta a fare e se corro ancora adesso, sono la persona che vedete, beh… è tanto merito suo.
Avevi già partecipato al trofeo Laigueglia? Raccontaci che tipo di percorso è e quali sono i tratti più difficili.
Si questa era la mia terza partecipazione al trofeo Laigueglia. I primi due anni non ho raccolto alcun risultato, se una caduta ed una crisi di fame. Però mi ha sempre affascinato vincere qua, basta leggere l’albo d’oro, per rendersi conto di che gara è. Del resto con un percorso così non si vince per fortuna. È molto selettivo, le prime tre salite stancano la gamba e le discese son pronte a giocarti qualche tranello. Bisogna rimanere concentrati dalla partenza allo striscione di arrivo. Poi se vogliamo parlare del circuito finale…spettacolo puro! Ho visto in poche altre occasioni una quantità di pubblico del genere. La salita di colle micheli, di difficile interpretazione, la discesa poi, tecnicissima, ed infine il capo mele, un vero spezza gambe.
Cosa significa per te far parte del gruppo Pro Team Neri Selle Italia?
Siamo un grande gruppo, affiatati e con tanta tanta voglia di fare bene. Se devo trovare le giuste parole direi così: “siamo una famiglia” con tutte le vicissitudini che possono accaderne all’interno, ma alla fine rimaniamo sempre uniti. È bello! Me ne sento parte.
Che tipo di allenamenti hai fatto e tutt’ora fai per raggiungere un tale risultato?
Sono un ciclista abbastanza atipico, cerco sempre di integrare altri sport all’allenamento sulla bici. A gennaio ho fatto 10gg in montagna. Bici, sci e camminate… 17gg dopo ero a correre a San Juan. E non stavo neanche male! Con il mio preparatore Leonardo Piepoli riusciamo ad interagire alla grande, consapevoli di ciò che è meglio fare. Alla fine arrivare freschi mentalmente alle corse vale quanto essere allenati a puntino e se metti insieme le due cose ne esce domenica.
Grazie Simone per l’intervista e il tempo che ci hai dedicato! Un grande in bocca al lupo!
Grazie a voi e crepi il lupo! Speriamo di poter ripetere.
Simone Velasco