K2 con Federico Favero
Il kayak per Federico è una passione, è uno sport, è un pezzo importantissimo della sua vita. La squadra gli allenamenti la disciplina il rigore e l’impegno gli sforzi senza mai lesinare, sempre il sorriso sul volto estate o inverno non importa, l’importante è scendere in acqua e volare!
Ciao Federico, raccontaci come nasce la tua passione per il kayak, qual è l’età ideale per avvicinarsi a questo sport?
E’ cominciato tutto durante una vacanza in montagna, era il 2004, la televisione accesa e la Rai trasmetteva le Olimpiadi di Atene. Butto un occhio e vedo una canoa azzurra sfrecciare velocissima, aveva come motori due bestioni, i grandi Rossi e Bonomi, sguardo determinato anche se stravolto dalla fatica e in sottofondo un vocione emozionatissimo che faceva la telecronaca, Giampiero Galeazzi. Avevo 12 anni, a quel tempo nuotavo e probabilmente non sapevo ancora che questi tre personaggi mi avrebbero cambiato la vita, però ora lo posso dire, mi innamorai subito di questo sport.
le prime esperienze in canoa si possono fare a qualsiasi età, mentre per iniziare l’attività agonistica penso che i 14 anni possano andare bene.
Hai affrontato tante sfide durante questi anni, vittorie ma anche sconfitte che bruciano, raccontaci il tuo ricordo più bello e quello più brutto.
Di ricordi belli ce ne sono tantissimi ed è difficile sceglierne uno, tuttavia la prima convocazione in Nazionale non si scorda mai; ti riempie il cuore di gioia e di orgoglio. In quell’occasione partecipai alla Coppa del Mondo Junior in k2, con Nicola Franco, tagliando il traguardo in terza posizione dopo 21 km di gara. Tanta fatica ma ne è valsa la pena.
Sono passato attraverso numerose sconfitte e altrettanti periodi “no”, ma non è mai stato un problema avendo accanto un allenatore come Renzo Rampado che, con la sua grande esperienza mi ha da sempre insegnato ad accettare la vittoria come la sconfitta. Purtroppo oggi non c’è più, però i suoi insegnamenti e la sua filosofia di vita continueranno a fare parte di me. Ciao Rampa !!!
Come si stutturano i tuoi allenamenti?
Variano molto dal periodo della stagione in cui ci si allena. In media, in questi ultimi 5 anni mi sono allenato 10 volte a settimana, alternando ad allenamenti in barca, sedute in palestra, corsa e nuoto. Nel periodo invernale si cura molto la parte aerobica e la forza in palestra. Quando si avvicinano le gare di velocità ( 200m 500m 1000m) si necessita di più sprint e di conseguenza cambiano gli allenamenti, mirati ad aumentare l’esplosività e la resistenza alla fatica ad alte intensità. Quindi in inverno tanta strada in canoa accompagnata da una buona preparazione a terra; nella stagione delle gare pesi dinamici e in barca lavori principalmente anaerobici.
Il Kayak possiamo dire che non è uno sport di sola resistenza ma a questo si unisce una parte di potenza, a tal proposito quanto è importante la palestra nei tuoi allenamenti?
Come accennato in precedenza la palestra è fondamentale e ci accompagna per tutta la stagione. Spaziamo dai lavori di forza piramidale ai circuiti di resistenza e il tutto per riuscire a “tirare” (come diciamo noi) la pagaia in acqua. Non avendo scalmi le leve sono tutte naturali e per tenere una giusta inclinazione della pala dobbiamo battere l’attrito dell’acqua con tutta la catena cinetica ( gambe, addominali, dorsali, spalle e chi più ne ha più ne metta).
Dal punto di vista nutrizionale come gestisci il tuo piano di integrazione?
Abbino ad un’alimentazione sana un’integrazione coscienziosa che prevede proteine la mattina e dopo le sedute di pesi, per evitare il catabolismo muscolare e dopo allenamenti molto stressanti integro con un un ottimo post-workout che abbia tutte quello che ti serve per recuperare in vista del prossimo allenamento, quindi carboidrati complessi aminoacidi e antiossidanti. Mentre prima di sforzi molto intensi mi sono trovato molto bene con un pre work out ricco di beta alanina taurina arginina fruttosio e maltodestrine, senza mai dimenticare le vitamine del gruppo B che assieme alla caffeina stimolano il metabolismo energetico. Un consiglio che mi sento di dare è quello di bere tantissimo, in quanto la disidratazione può far calare moltissimo la prestazione, oltre a far male ovviamente.
Come gestisci i momenti di massimo sforzo con il corretto recupero?
Subito dopo lo sforzo massimale in barca, segue sempre una fase di scioglimento di una ventina di minuti, atta a smaltire l’acido lattico. Poi a terra svolgo degli esercizi di allungamento e infine l’integrazione mi permette di recuperare in modo ottimale. Consigliati postworkout e un bel panino con la pasta dentro e un po’ di patate. Se volete anche un po’ di peperonata, rigorosamente pre work out
Dopo un infortunio o un lungo fermo come si recupera la forma ideale?
Se si è reduci da un infortunio non bisogna essere troppo impazienti e non esagerare subito con l’intensità degli allenamenti. Comunque la base per tornare alla forma ideale è il lavoro aerobico. Bisogna farne tanto, anche se a volte può risultare molto noioso. E poco alla volta inserire qualche lavoro più “spinto”. Inutile dire che l’80% del risultato lo fa la testa dell’atleta.
Che consigli daresti a chi vorrebbe avvicinarsi a questo sport per poi magari lanciarsi in sfide sempre più avvincenti?
Il consiglio è quello di farsi trasportare dalla sensazione di libertà e di leggerezza che questo sport riesce a dare, di godersela e di esplorare la natura che ti circonda e sei poi nasce la passione … pagaiare forte !
Se volete provare vi aspetto alla Canottieri Padova.
Grazie Federico per il tempo dedicatoci e un grande in bocca al lupo per le tue sfide!
Ciao e grazie a voi !!!