Ario racconta le sue imprese: sfide tra i ghiacciai ad alta quota

Sono una guida alpina delle Dolomiti oltre che esploratore polare. Ho attraversato più volte sciando, nella mia carriera, le zone artiche del Pianeta: per il puro amore che mi lega ad esse ed anche, ogni volta, per tentare di aiutare le popolazioni native che ancora vivono nel rispetto della Terra.
Una volta a casa, cerco con la mia compagna di portare la mia testimonianza a giovanissimi e ragazzi nel tentativo di risvegliare in loro rispetto e consapevolezza verso la nostra Terra.
Non son mai ‘imprese’ (odio questo termine!) facili, come il tentativo fatto per raggiungere il Polo Nord in inverno o la traversata dell’Alaska da novembre ad aprile: 3000 km in sci a -40 dall’Oceano Pacifico all’Oceano Artico (vedasi mio ultimo libro ‘Verso il Cuore Bianco della Terra’, Corbaccio Ed.).
Si tratta di traversate selvagge, svolte in totale autonomia, vale a dire: traino, sciando, tutto quanto mi occorre (ma non più di quel che riesco a tirare!) dentro la piccola slitta rossa (tenda, fornello, sacco a pelo, cibo…) ed ogni sera al termine di gelide e faticosissime tappe, monto il mio campo. Così, ogni giorno, avanzando come una formichina, tra orsi, aurore boreali, blizzards e branchi di lupi, ho percorso migliaia di chilometri negli inverni del Nord. Son marce che dunque si protraggono per almeno 4/5 mesi e, se è vero che da una parte man mano che i giorni scorrono, bellezza ed estasi si “accumulano” dentro di me, è anche vero che la stanchezza che si accumula nelle gambe si fa via via più pesante. E questo vuoi perché più di un certo tot non è possibile portar con me dentro la slitta, vuoi perché appunto ogni giorno, tra -40° e distanze da percorrere consumo una media da giro d’Italia, tipo 10 o 14 mila calorie…, la fatica, alla fine si fa sentire.

 

 

Utilizzo nelle mie traversate, prodotti della ditta  +Watt,  prodotti ultra leggeri eppure estremamente efficaci negli sport (come nel mio caso) di estrema resistenza alla lunga –lunghisssssssima- durata, che ha reso possibile, negli ultimi anni, le mie traversate quasi un lusso rispetto al passato, per quel che riguarda il recupero fisico, il sostentamento durante lo sforzo, gli elettroliti ben bilanciati e così via. Ciò che dunque come esploratore artico e anche, come guida alpina prediligo, son soprattutto le barrette Carbo Energy + e il Nutri Ride in polvere (entrambi vere bombe!) ma anche tutti gli altri di cui faccio uso: il BCAA 8:1:1 Recovery Mix, le Wheyghty Protein 80, le bustine di Intra Ride e il BCAA Ride Gel+. Tra questi, soprattutto rispetto ad altri prodotti provati nei decenni, apprezzo anche l’ottima qualità: il corpo non solo ne fa uso, ma non me li ‘respinge’ come accade invece con tanto altro cibo spazzatura presente oggi sul mercato.

Come detto, scio attraverso le terre polari per farmi portavoce delle popolazioni native o degli Orsi polari; ma anche, restando fedele al mio esser guida alpina innamorato delle Alpi, affronto spesso in solitaria o meno, ma sempre in inverno, delle belle sfide con le alte quote. L’obiettivo (oltre che fare ciò che amo), è quello di far riscoprire l’incredibile potenziale per il grande alpinismo dietro casa, nelle nostre Alpi. Ora stiamo per affrontare, io ed il mio amico russo Nikolaj, sarà la prima traversata dell’intera corona austriaca del Venediger, circa 18 km di sviluppo a una quota media tra i 3000 ed i 3700 metri. Durata: circa 6 giorni. Partenza: verso metà gennaio 2019. Lo zaino pieno di: prodotti Watt.
Seguiteci e saprete come ce la saremo cavata!
Ario Daniel Zhoh,

www.honortheplanet.net